Descrizione:
Questo libro, ridotto per dimensioni ma immenso per contenuto, riprende il problema della coscienza di sé mettendo in evidenza tutte le trappole dellamor proprio. Laddove Lacan vede nello sdoppiamento dellio la costituzione di unidentità di sé immaginaria, rigida e mortifera, Lavelle designa lamor proprio o la vanità di voler dare una falsa immagine di sé come ciò che impedisce alla coscienza di vivere Il testo che vi apprestate a leggere è un capolavoro in termini di sviluppo concettuale e di stile. La scrittura è spogliata di ogni tecnicità filosofica. Ma il pensiero è saldo e sempre orientato verso il vertice dellanima. La lucidità di Lavelle non elude nessuna delle difficoltà legate alla vanità degli uomini e alla loro reciproca gelosia. Ma una luce superiore inonda le pagine, al di là di tutti gli sforzi della volontà. Essa determina lunità molto forte di questi frammenti raggruppati in dodici capitoli che risultano come i dodici mesi del grande anno della vita spirituale. Jean-Louis Viellard-Baron
Ho molto apprezzato il libro di Louis Lavelle, LErreur de Narcisse, perché la successione di brevi meditazioni da cui è costituito questo piccolo libro, ciascuna delle quali è un invito a praticare un esercizio spirituale, induce progressivamente il lettore a quel presente dove si trova il vertice della nostra coscienza e alla presa di coscienza della presenza pura. Pierre Hadot, La filosofia come modo di vivere. Conversazioni con Jeannie Carlier e Arnold I. Davidson, p. 187. |