Descrizione:
Con questo testo ci ripromettiamo di tratteggiare, in breve, le idee fondamentali del Buddhismo. Non miriamo ad un?esposizione completa ed esauriente. I lettori più esigenti avranno modo di placare la propria sete di conoscenza con l?attingere a ben altre fonti. Per questo, non esitiamo a rimandarli alla bibliografia commentata che completa la nostra trattazione. L?intento che ci anima è piuttosto quello di pungolare la curiosità intellettuale ed esistenziale di quanti, pur avendo qualche conoscenza filosofica, magari acquisita negli anni di studio liceale, non si sono mai accostati a questa sconfinata galassia del pensiero umano, ma sono disponibili al confronto con ciò che è diverso, provano gusto a mettersi in discussione come persone ?integrali?, non disdegnando indossare i panni del ?principiante?.
«Se la vostra mente è vuota, è sempre pronta per qualsiasi cosa; è aperta a tutto. Nella mente di principiante ci sono molte possibilità; in quella da esperto, poche (Mente Zen. Mente di principiante)» ? ci ricorda il maestro zen giapponese Shunryu Suzuki (1904 ? 1971), uno degli ?apostoli? del Buddhismo in Occidente. ?Apertura? è un termine importante per chi ama la filosofia, non importa che segua la tradizione ?occidentale? o quella ?orientale?. Aprirsi all?Altro da sé, a ciò che non si conosce è un gesto d?amore, soprattutto verso se stessi. E chi ama, sospinto dal desiderio, si mette in cammino verso la meta del suo amore. È questo il significato della parola greca ?philo-sophìa? (amore per la sapienza). Il vero filosofo, dunque, è un eterno principiante, perché si è perfezionato nell?arte del meravigliarsi dinanzi a ciò che è nuovo e per lui inaudito. E custodisce un piccolo segreto, ignorato dai più: che «ogni giorno sorge un sole nuovo (Eraclito fr. 6 DK)», ossia ad ogni attimo, ad ogni batter di ciglia corrisponde una nuova esperienza conoscitiva.
Ecco, possiamo dire, in estrema sintesi, che l?essenza del messaggio buddhista stia proprio in questo invito a guardare se stessi e il mondo con occhi sempre nuovi, scientificamente oggettivi e compassionevoli allo stesso tempo, traducendo in pratiche di vita tale atteggiamento filosofico di fondo, in modo che esso penetri sin nel midollo del proprio essere. È la stessa ?volatilità? del tempo ed imprevedibilità dei casi della vita a renderlo urgente. La vita è adesso, solo qui ed ora. Nell?illusione di un ?prima? o di un ?poi? la sofferenza è in agguato. Per questo, il Sandokai, poema buddhista dell?VIII secolo d. C., si chiude con questo appello: «Voi che ricercate la Via, vi prego, non lasciate che i giorni e le notti passino invano».
Là dove è stato possibile (e si è rivelato opportuno), per puntualizzare con maggiore chiarezza alcuni principi della visione buddhista si è fatto ricorso alla comparazione con il pensiero occidentale, utilizzando spunti ed autori dell?antichità greco-romana nonché della filosofia moderna e contemporanea. Si tratta, evidentemente, solo di suggestioni e di tracce che meriterebbero di essere seguite con maggiore attenzione. Ci interessa qui sottolinearlo per mostrare come certe distinzioni alle quali siamo superficialmente abituati ? del genere ?Occidente? versus ?Oriente? ? siano decisamente fuorvianti. Credo che oramai ? a tutti i livelli, a cominciare da quello scolastico ? sia giunto il momento di riconsiderarle in toto e di superarle in una più ampia e fruttifera sintesi che metta al centro l?individuo filosofante e le sue concrete esigenze esistenziali e spirituali di essere umano e di cittadino globale. |