Descrizione:
Lo jorno diciassette de lo mese di majo, messer barzagli gino da frusinate avviossi verso lo fiume cum magna beatitude et rendendo grazia a lo buon dio pe’ la candida iurnata de primavera. La canna piegossi subitanea e uno pisce de notevole dimentione fu deposto su lo suolo ubi postea esalò lo suo ultimo flato. Epperocché da un cespulio, messer gino, horribile visu, credette de trapassare a meliore vita per lo terribile mostro lo quale sibilante apparve a lui como in una visione. Ah mater natura, matrigna per li filii sui! Eppur extraordinaria, et bella, et ioconda, et quale opera fecit, et quale robustoso prodigium acclaravit! |