Descrizione:
Per la varietà e abbondanza dei suoi scritti, Francesco Algarotti è apparso per secoli un autore soprattutto ‘leggero’. Lacapacità di dissimulare per scelta il lavoro sullo stile e il culto della misura, insieme al suo savoir-faire, hanno coperto, nella ricezione posteriore delle sue opere, la densità dei contenuti e delle prese di posizione, spesso in lotta con la censura italiana e allineate con il pensiero illuminista europeo.
Se un’opera ritenuta quasi insignificante come Il Congresso di Citeranasconde in realtà di essere raffinato specchio delle polemiche relative al romanzo allora nascente, il Newtonianismo per le dame si mostra ben lontano dall’oggettino rococò che era stato giudicato essere fino a pochi decenni fa: la nuova teoria della luce diventa un modo per ridiscutere le basi della conoscenza, accogliere le teorie sensiste e fareAlgarotti continuatore, in parole, stile e contenuti, delle istanze della scuola galileiana.
L’analisi degli apparati paratestuali mostra,impresse nello stile, le evoluzioni degli slanci idealisti del giovane studioso che via via, nelle diverse edizioni, devono smussarsi, temprarsi e nascondersi in relazione alle condanne all’Indice. Le metafore, le immagini, le scelte lessicali raccontano l’andamento della lotta con il sistema culturale italiano e le sue chiusure, narrano sottilmente i tentativi di rinnovare,l’apparente rinuncia, la tenacia della volontà di diffusione del pensiero sensista. Lo ‘stare alle cose’ di Galileo e dei Lincei filtra nella prassi dello studioso di fisica e letterato; e si esprime in un intento divulgativo che unisce la concretezza inglese e l’asciuttezza dello stile francese, e consente un’alleanza fra letteratura e scienza che di lì a poco andrà a sciogliersi.
Il demone dello stile, governato, si fa consapevole e discreto portatore delle novitàdel pensiero europeo:mascherandoleadeguatamente, per un’Italia che ancora le disapprovava e le riteneva scandalose, con belletti e dialoghi con le dame. |