Descrizione:
A volte lo scultore non cucina l’argilla che ha modellato, consegnando la sua opera ad un destino fragile ed incerto.
Ma è un sacrificio volontario che fa alla sua Musa, per non offenderla, per parlare con Lei, per ottenere il suo aiuto.
Scrivere è molto meno rispettoso.
E’ vero. Siamo consumatori, siamo cibernauti, navigatori della rete, siamo lavoratori, siamo studenti, siamo pubblico televisivo, siamo genitori, siamo figli, ma siamo anche noi stessi, e vicino al “noi stessi” è la scrittura.
Sotto questi scritti si muove un mondo che parla della fragilità dell’individuo, della sua identità, e della sua bellezza in quanto mortale.
Una vita di confine, il bisogno del padre, il senso del successo, l’accettazione della fine, il fluire della storia lungo i bordi di un antico fiume.
I disegni non sono illustrazioni, ma sospensioni e passaggi introspettivi.
Scrivere e disegnare sono la stessa cosa che usare la terra cruda per esprimersi.
Ma dopo che si è completata la scrittura o il disegno, non bisogna dimenticare che tutte le cose più importanti sono state trasmesse a voce.
Questa consapevolezza e l’umiltà che ne discende, è il vero e unico sacrificio che possiamo fare alle Muse. |