Descrizione:
Questo saggio vuole essere un commento appassionato al film “Alien”, il primo, quello del 1979 (e aggiungerei: nella versione italiana). Niente di più. Salvo qualche eccezione, non intende dunque proporsi come la consueta critica cinematografica dotta in grado di scandagliare la struttura narrativa, i retro significati o l’intensità delle recitazioni. Non vuole spiegare il come e il perché il film “Alien” sia stato prodotto, né studiare le geniali e creative tecniche di ripresa; non si addentra troppo nello studio degli effetti speciali, o nelle difficoltà di rendere vivo o verosimile un mostro come Alien. E non ripercorre nemmeno tutta la trama del film, almeno non in modo cronologico. Niente di tutto questo.
L’intento di questo saggio è dunque quello di mitizzare il film con un occhio scanzonato, affrontando alcuni punti in modo specifico, altri più superficialmente, sezionando alcune scene o alcuni dialoghi che altrimenti passerebbero inosservati, cercando di individuare (eventuali) bloopers e soprattutto soffermandosi su alcuni aspetti che sfuggono a una prima visione della pellicola con passione e divertita puntigliosità. Ecco: forse la parola chiave per interpretare questo saggio è proprio “passione”.
Questo saggio è infatti anche una celebrazione del film “Alien”: chi non lo ha mai visto (pazzo!) se lo vada a vedere; chi invece lo conosce sarà certamente in grado di entrare in questa critica calorosa; ai fanatici di “Alien”, ai veri intenditori che, come me, non lasciano passare due, massimo tre mesi senza rivederlo, chiedo un po’ di indulgenza, se mai. E a loro dedico queste pagine. |
