Descrizione:
Maniglie lucenti e ingressi tirati a pomice
banchi di sciamani
il sogno ricorrente di perdere le scarpe
la montagna girevole
il canto del fritto e il lamento del burro rosolato
la palude dei sali metallici, il deserto di ruggine
l'orrore istintivo e/o atavico verso tutti coloro che hanno
pensato storto, che si sono impallinati gli occhi
che l'hanno portata tanto per le lunghe
da dimenticarsi l'inizio
garbugli
che svaniscono al sole
pantaloni senza zampe di leone
falsi cessi nella pampas sconfinata che in realtà
nascondono vecchie stazione di passaggio per farsi quattro
passi nel tempo e nello spazio
di qua e di là
?Il romanzo, scritto negli anni 70 Settanta, è un generoso pacco della Croce Rossa esploso nella cabina di pilotaggio di un aereo nel bel mezzo di un vuoto d?aria, un riuscito esercizio di verve zappiana e sovversiva alle prese con l?esplorazione delle pluralità. Un divertente rendiconto di una deriva psicogeografica/ viaggio iniziatico in una Roma cosmica che ha più vie d?uscita di uno scolapasta. Il viaggiatore è una specie di Doppio Apuleio piuttosto freak e piuttosto invaghito della ?donna che è il capolavoro di Dio, soprattutto quando ha il diavolo in corpo?. Il suo tragitto va dalla ?padella alla brace sino all?eliminazione del cuoco? , ed è scandito da ?pani, burroni, martellate, oro, incenso e birra?, golate di Peroni ghiacciate, aperitivi/spuntini apparecchiati con allarmante frequenza e da scavi tra gli avanzi di cibo nella luce spettrale del frigorifero...Paradossi semantici, calambour, eclissi ombelicali e dotti elementi di storia alternativa tra Garibaldi e Castaneda, Philip K. Dick e Paracelso, Rabelais e Cervantes. Strane forme di vita che si nutrono dalle energie scaturite dalle risate e dai dialoghi sconnessi tra due amanti picchiatelli. Un viaggio nell?altrove, dove l?Altrove, a furia di osservazioni ravvicinate, diventa assolutamente e rassicurantemente familiare. Il testo è accompagnato da undici fotografie e diciannove anamorfosi di una lampada in vetro piombato simil Tiffany piene di (im)probabili indizi per aspiranti detective alla Blow Up?. (da una recensione di Matteo Guarnaccia)
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