Descrizione:
Tra tanti artisti e intellettuali che vollero non vedere, Sebastiano Addamo vide. Vide la crisi del marxismo nel suo vivo e con essa coraggiosamente si confrontò.
Il poemetto che qui si pubblica per la prima volta in volume offre una prova esemplare di quella dialettica tra allucinazione e lucidità che di Addamo è cifra, come esemplare è il «martirio stilistico» di cui parla Salvatore Ferlita nell'introduzione.
A cura di Salvina Monaco. Introduzione di Salavtore Ferlita.
«Chi lo abbia visto, non lo so. Io lo vidi.
Un bel cadavere lessato al punto
giusto, con aromi forti e spezie doriente
a celare il suo putrefatto odore»
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