Descrizione:
Vagamondo sta a indicare il piacere del viaggiare e il gusto del
raccontare, gli intrecci fra la storia e la memoria. E, naturalmente,
gli incontri, gli scontri e i confronti che da tutto questo derivano.
Personalissimo diario intellettuale, ciò che lo guida è unidea di
eccentricità e/o di diversità rispetto a quanto ci circonda. Che si
tratti dellultima colonia del XX secolo, Gibilterra, del medioevo
meccanizzato che ha in Afghanistan il suo luogo deputato, della
sterminata spiaggia di Alang, nel Gujarat, dove lIndia demolisce e
ricostruisce sé stessa, dellirrisolta e irrisolvibile questione curda o
dei tristi tropici cubani, è sempre questo elemento di unicità a farla
da padrone.
Allo stesso modo, in una dimensione più intima e più privata, il
rapporto fra il paesaggio e chi in qualche modo ha finito con
lincarnarlo, permette la costruzione di una particolare geografia
sentimentale: il Kenia di Bror e Karen Blixen, la pampa del gaucho
Guiraldes, lIrlanda dolce e disperata di James Joyce e di Bobby
Sands, la Fiume dannunziana, la casa-museo che John Soane
eresse a propria immagine e somiglianza Corollario a questo
sentimento dei luoghi e del tempo sono i ritratti di chi accese la
fiamma dellinteresse e dellemulazione. Scrittori-viaggiatori come
de Monfreid e Burton, romanzieri come Hemingway e Gary,
avventurieri come il colonnello Lawrence, intellettuali inquieti
come Koestler. Del loro percorso lautore isola i momenti
particolari che segnarono un cambiamento nel modo di essere: la
fine di unamicizia, la nascita di un amore, la scoperta o labiura di
una fede politica Infine, Vagamondo è anche un resoconto, nel
XXI secolo, di ciò che ancora ieri, «quando viaggiare era un
piacere», teneva banco: una certa idea di bellezza, una certa idea
di stile, lo snobismo e il dandismo con tutto il loro corredo
romantico, ma anche triviale. Che si tratti della «divina» Greta
Garbo, del principe degli esteti «Beau» Brummell, del principe dei
poeti George Byron, o dellattimo fuggente colto dal genio
fotografico di un Lartigue, è lomaggio malinconico e commosso a
un «come eravamo» che non tornerà più.
Stenio Solinas, romano di nascita, è inviato ed editorialista per Il
Giornale. I suoi due ultimi libri sono LOnda del Tempo (Ponte alle
Grazie, 2001) e Percorsi dacqua (Ponte alle Grazie, 2004). |